2. SVADHISHTHANA CHAKRA
“Così, sono entrato nella seconda valle. Qui non ero ossessionato dall’ammiccante bellezza materiale di ciò che vedevo. Il mondo appariva ora in una luce più raffinata, più tenue e calmante. Lì mi sentivo felice. Frammenti di bellissimi colori, forme e suoni stregati addolcivano le mie ore in questa valle. Ho pensato di allentare un po’ la mia meditazione e rimanere lì. Ero inoltre tentato a procreare vita: “pensieri di sesso”. Nella luce sublime della seconda valle il sesso indossava l’apparenza di beatitudine e potere.
Ma qualsiasi cosa accada l’anima deve resistere alle sue tentazioni. Partì per liberare la mia coscienza dalla bellezza del sesso che mi circondava. Ho colmato con ancor più carburante di devozione l’altare della ricerca di Dio. Inizialmente, il fuoco dell’illuminazione bruciava lentamente, ma pian piano si è acceso sempre di più e in pochi giorni bruciava come pugnali di luce. E in quelle lingue di fiamma la seconda valle incenerì. Né lei, né le sue tentazioni mi avrebbero più inquietato.
3. MANIPURA CHAKRA
“Così ho raggiunto il terzo piano. In questa valle ho scoperto che il senso di potere che avevo conosciuto prima, nella seconda valle, era centuplicato. Ora mi sembrava di poter prendere il sole tra le mani e polverizzarlo in una manciata di cenere. Bisogna resistere a questo senso di potere. Nell’esatto istante in cui ho percepito il pericolo che mi assediava, ho intensificato la mia meditazione al massimo. Dovevo essere più potente del potere a cui cercavo di resistere. Ho pregato – oh, quanto ho pregato – di venire liberato dalla mia bramosia di potere. Era come essere tra i denti di una vipera. Ma la mia anima non voleva cedervi. Attraverso le ali della meditazione mi sono sollevato sempre più in alto fino a dove ciò non aveva per me più alcun significato. In quel momento il serpente ha aperto la bocca ed è caduto al mio lato.
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4. ANAHATA CHAKRA
“Ora, come un elefante che travolge una palizzata, mi sono tuffato nella valle di HRIDAYAJYOTI – la luce del cuore di Dio. Come se il mio cuore fosse diventato una torcia accesa dalle sue fiamme, la luce sgorgò fuori dalla mia anima sopra ogni cosa. Sia le stelle che le pietre cantavano con uguale radiosità la canzone dell’Ineffabile. Nella quarta valle mi sentivo quasi al sicuro da ogni tentazione. Ad ogni modo ho continuato ad osservare ciò che mi accadeva con molta attenzione. Nonostante fossi un calice di luce nutrivo ancora sospetti verso le tentazioni. Questa sensazione mi servì come avvertimento. Decisi di non rimanere lì, così iniziai un altro lungo periodo di digiuno, preghiera e meditazione.
5. VISHUDDHA CHAKRA
“Per fortuna questa volta non ho dovuto aspettare a lungo. La luce nel cuore si espanse. Si gettò nella vastità dei raggi dei Soli che erano intorno ed ancor più in là. Con grande sorpresa realizzai che avevo raggiunto la prossima valle, il regno dell’enunciazione. I miei pensieri e le mie sensazioni, ogni battito ed ogni mia cellula erano colmi di luce! Attraverso la mia gola e le mie labbra si riversavano parole di meraviglia e benedizione. Ho osannato il Signore per tutto il tempo. Senza di Lui non avrei potuto sostenere la parola. E se qualcuno parlava di possessività e piaceri, quelle parole mi percuotevano come vergate. Accadde così che se qualcuno dei miei parenti mi veniva a parlare di questioni familiari, me ne scappavo via e mi nascondevo nei boschi di PANCHAVATI. I parenti ed amici che mi cercavano sembrava mi trascinassero verso un pozzo profondo. Avevo paura di soffocare allo stesso modo dell’acqua sotto la terra scura. Mi sembrava di annegare con la loro presenza. Trovai pace nel momento in cui decisi di lasciarli. In una parola: questa valle non è piena di tolleranza ed amore per tutti. Bisogna trascenderla. Ecco perché mi sono gettato a meditare immergendomi ancor più profondamente. Lì non c’era per me né pace né piacere. “Fammi trovare Lui faccia a faccia oppure prendi la mia vita”, mi sono detto. Come una tigre che si accovaccia prima di balzare , così ho fatto io. Ho pregato, ho aspettato, ho osservato. Non dovevo indugiare nella valle dell’eloquenza; non devo cedere al mero lodare Dio. Io Lo devo vedere. Così mi sono inginocchiato a pregare.
6. AJNA CHAKRA
“Immediatamente ho percepito qualcosa più in là. In quell’istante sono balzato – in un attimo ero nella sesta valle – la valle di TURYA. Ero con il mio Amato. Potevo sentirLo e vederLo nella stanza accanto. Solo un sottile velo separava l’anima dal Sé. Alla fine ho capito che ero in una stanza della Casa dell’Interezza, dell’Uno.
7. SAHASRARA
“Dalla sesta valle non fu difficile passare alla settima. Qui tutto era ridotto ad idee che fluttuavano come ombre nel misterioso silenzio dello Spirito. Solo il più debole concetto del mio ego affermava se stesso con interruzioni di fiacca monotonia. La mia anima divenne pura realtà. Ogni dualismo tra soggetto ed oggetto scomparve. Il mio Sé non conosceva più limiti. Qualsiasi cosa intorno a me era solo pura gioia. Ero oltre il linguaggio, oltre qualsiasi esprimibile esperienza, oltre il pensiero… e chiamare “libertà” questo stato significa sminuirne molto il senso. Lì le parole non possono entrare, nemmeno il vocio dei pensieri umani. Solo la tua anima calata nel silenzio può sollevare il velo che separa Lui dal tuo abbraccio.
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tratto da www.yogaesoteric.net
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