di Gregorian Bivolaru
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L’androgino primordiale è un’immagine di riunificazione degli opposti polari, elementi complementari e perfino contraddittori dell’essere umano. Esso realizza anche la fusione plenaria degli aspetti complementari dell’essere umano e rappresenta il suo stato originario.
Ciò spiega perché “l’uomo universale” in principio è rappresentato attraverso l’unione di Adamo-Eva (che ha lo stesso valore numerico di Allah, mostrando così la sua similitudine con la Suprema Identità), che vuol dire che l’uomo è stato creato inizialmente maschile (uomo) e femminile (donna), o, altrimenti detto, nel significato attuale del termine, in uno stato androginale che esiste come embrione nel suo universo interiore. Proprio per questo motivo, possiamo dire che lo stato androginale è lo stato umano completo, nel quale gli aspetti complementari, lontano dall’opporsi, si bilanciano reciprocamente in maniera ideale. Di conseguenza possiamo notare che la Suprema Identità è quindi già virtualmente realizzata, in un certo senso, nello stadio Edenico.
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L’androgino, realizzando l’unione armoniosa degli aspetti complementari, è simboleggiato dalla forma sferica che è la meno differenziata tra tutte le figure geometriche, in quanto si estende simultaneamente in tutte le direzioni. Inoltre, questo è il motivo per il quale i Pitagorici la consideravano la figura geometrica perfetta, che rappresenta la Totalità Universale. Notiamo anche la somiglianza della figura dell’Androgino con il Rebis Ermetico dalla Scienza Segreta dell’Alchimia, che è composto da un corpo con due teste, una maschile (+) e l’altra femminile (-) e rappresenta l’essere umano perfettamente integrato nella totalità delle potenzialità umane e naturali, pronto ad ascendere verso stati superiori, divini della Manifestazione.
L’androgino primordiale si limita a rappresentare un aspetto, o, in altre parole, è una figura antropomorfica dell’Uovo Cosmico, che incontriamo all’inizio di ogni cosmogonia ed alla fine di ogni escatologia, perché nei punti alfa ed omega del mondo e dell’essere manifesto si nasconde la pienezza dell’unità fondamentale, dove i contrari si fondono nell’unità, sia che siano solo potenzialità, o che sia stata compiuta la loro integrazione finale. Mircea Eliade cita numerosi esempi del genere, dalle religioni Greca, Egiziana, Iraniana, o da quelle Nordica, Cinese o Indiana. È quindi naturale che questa immagine di unità primordiale, una volta applicata all’uomo, acquisisce un’espressione sessuale, spesso descritta come la prima innocenza o virtù, come l’età d’oro che deve essere riconquistata.
La mistica di tutte le correnti spirituali autentiche lo dicono chiaramente: la dualità del mondo nel quale viviamo è apparente e falsa, illusoria, ingannevole. Cadere nella sua schiavitù è lo stato di peccato, e la salvezza esiste solo nella fusione perfetta con la divina Realtà, che è il ritorno all’unità fondamentale. Questo è il significato del lamento del fusto del giunco, che viene sradicato dal terreno, nel preludio del famoso poema “Mathnavi” del più importante poeta mistico dell’Islam, Djalad ed-Din Rumi.
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La prima divisione, che a livello cosmico crea, cioè differenzia il giorno dalla notte, il Cielo dalla Terra, è simile a quella dei principi YANG (+) e YIN (-), che aggiunge a questi contrari fondamentali quelli del caldo e del freddo, su e giù, maschile e femminile.
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Nel “RIG VEDA” l’androgino appare nella figura della mucca che dà latte che è allo stesso tempo anche il toro divino dal seme vigoroso. Dall’uno nasce il due (YANG e YIN), dice il Tao. E allo stesso modo l’Adamo divino, il primo, che non era un uomo ma un perfetto androgino, diventa Adamo ed Eva.
L’androgino è spesso rappresentato come essere doppio che ha simultaneamente gli attributi dei due sessi ancora uniti, ma sul punto di separarsi. Questo e ciò che chiarisce prevalentemente il significato cosmogonico della scultura erotica indiana. Quindi, Shiva, divinità androgina, poiché si identifica con il principio informale della Manifestazione, è spesso rappresentato mentre tiene possentemente tra le braccia Shakti (l’Eterno Femminino), dai seni grandi e sodi, che emana uno stato di agitata femminilità, il suo stesso potere rappresentato come divinità femminile.
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Si possono notare tracce di androginia anche in Adone, Dioniso, Cibele e Castore e Polluce, che evocano Izanagi e Izanami della tradizione giapponese. Gli esempi si possono moltiplicare all’infinito, perché alla fine ogni divinità – le antiche teogonie greche lo provano in pieno – è bisessuale, da cui la mancanza del bisogno di un amato o di un’amata polare per procreare o per l’amore. Questo misterioso androgino, che contiene una moltitudine di poteri psicomentali straordinari rappresenta – come sottolinea Mircea Eliade più volte – la totalità dei poteri paranormali benefici vitali, psichici, mentali e spirituali, uniti ed ora perfettamente consolidati nello stesso essere umano che combina e sintetizza le qualità dei due sessi.
L’androginia è un segno della realizzazione della totalità, questo accade sia alla fine che all’inizio del mondo. Secondo la visione escatologica della redenzione, attraverso il raggiungimento plenario dello stato di Androgino, l’essere umano riconquista davvero il cielo, la pienezza divina, nella quale la separazione dei sessi si annulla. Quindi, è questo che evoca il mistero della coppia unita da amore frenetico, profondo, e del matrimonio, in innumerevoli testi segreti tradizionali, rendendo così una cosa sola l’immagine di SHIVA abbracciato a SHAKTI.
Alla luce di queste rivelazioni, possiamo intuire il modo in cui due amati raggiungono il primo passo verso lo stato di ANDROGINO quando nei giochi amorosi tantrici estatici, con la perfetta pratica della continenza sessuale, essi assaporano vicendevolmente le rispettive secrezioni intime e perfino l’urina.
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Tuttavia, la concezione universalmente accettata dell’unità originaria, che l’uomo riottiene dopo la morte, dopo aver abbandonato questo mondo (materiale) , si accompagna anche, nella maggior parte dei sistemi cosmogonici, alla necessità imperiosa della totale differenziazione dei sessi nel nostro mondo, perché anche qui le credenze antiche si incontrano con la maggior parte delle scoperte attuali della biologia: l’essere umano non è mai nato completamente polarizzato dal punto di vista sessuale.
Il fatto che l’essere umano sia uomo e donna allo stesso tempo, sia nel corpo fisico che a livello dei principi vitale, psichico e mentale, rappresenta una legge fondamentale della Creazione, e questo è affermato dalle tradizioni millenarie della spiritualità.
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Da qui derivano anche le spiegazioni più diffuse della circoncisione barbarica e dei riti di escissione, che sono motivati dall’integrazione permanente nella comunità dell’adolescente come adulto, rappresentando il clitoride una specie di reminiscenza dell’organo virile ed il prepuzio dell’uomo una reminiscenza femminile (-).
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Questo è il significato della ierogamia cinese di FU-HI e NIU-KUA, uniti attraverso le loro code di serpenti (e, cosa più importante, scambiando vicendevolmente i loro attributi, a volontà). È lo stesso significato del Rebis Ermetico, che è contemporaneamente Sole e Luna, Cielo e Terra, essendo essenzialmente uno, sebbene apparentemente doppio, essendo allo stesso tempo Zolfo e Mercurio.
I simboli indù e tantrici si riferiscono soltanto all’androgino primordiale, ma anche il ritorno finale glorioso ed un ritorno dell’essere umano a questa non-differenziazione, a questa Unità Divina il più velocemente possibile. Una simile integrazione totale e gloriosa costituisce l’obiettivo finale delle pratiche psicosomatiche dell’HATHA YOGA e di quelle amorose del TANTRA YOGA.
La fenice cinese, simbolo di rigenerazione, è non a caso ermafrodita. L’unificazione del seme e del respiro per la riproduzione dell’Embrione dell’immortalità avviene proprio nel corpo dello yogi. Il ritorno allo stato Divino primordiale e la liberazione graduale dalle contingenze cosmiche è semplicemente, sebbene raggiunto spontaneamente attraverso la coincindentia oppositorum e la realizzazione dell’Unità iniziale, la miscela dei principi MING e SING (YANG e YIN), come dice l’alchimista cinese, che non sono altro che le due polarità dell’essere (+ e -).
Perciò Platone ricorda uno dei miti dell’androgino nel “Simposio” : “Questo era allora chiamato androgino, perché il suo aspetto, come il nome, contiene una parte maschile ed una femminile”. Sia che questo mito venga evocato in alcuni testi segreti cabbalistici sullo stato androginale di Adamo, sia che sia contenuto nella dottrina misteriosa degli Gnostici Cristiani, l’androginia è rappresentata come uno stato iniziale divino, che deve essere ottenuto di nuovo.
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L’uomo e la donna, nella loro forma primitiva formano, secondo una tradizione, un corpo unico provvisto di due volti. DIO li ha separati, dando ad ognuno una schiena.
Soltanto d’ora in poi l’uomo e la donna iniziano un’esistenza differenziata. Dire – secondo il mito della Genesi – che Eva è nata da una costola di Adamo attualmente significa che l’intera umanità era in origine non-differenziata (era un perfetto e divino ANDROGINO).
Diventare uno (ANDROGINO) attraverso l’amore frenetico, uno che unifica simultaneamente in sé sia il maschile che il femminile è attualmente lo scopo della vita umana. Origene e Gregorio di Nissa distinsero nel primo uomo, per niente a caso creato ad immagine e somiglianza di DIO, un perfetto androgino. La Divinità a cui l’uomo è invitato a partecipare gli ha fatto e deve ancora fargli riottenere la propria androginia, perduta da Adamo il separato e riscoperto dal nuovo Adamo, il glorificato. Scoprendo la divina androginia come una delle caratteristiche della perfezione spirituale, nella Lettera di San Paolo e nel Vangelo di Giovanni, Mircea Eliade scrive: “Invece, diventare uomo e donna allo stesso tempo, o essere né uomo né donna, oppure proprio uomo o proprio donna attualmente rappresenta l’espressione plastica fondamentale attraverso la quale il linguaggio si sforza di descrivere la metanoia, la modificazione affascinante, lo sconvolgimento totale dei valori. Essere simultaneamente e permanentemente uomo e donna è paradossale come il fatto APPARENTEMENTE IMPOSSIBILE di ritornare bambino, di nascere di nuovo, di passare attraverso il passaggio stretto”. (METANOIA = termine che viene dalla parola greca METANOEIN che significa la trasformazione dell’essere umano attraverso la penitenza. Questa parola indica, in lingua corrente, un processo di trasformazione spirituale, il riorientamento in una direzione benefica del corso della vita dell’essere umano, o penitenza).
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Il maschile ed il femminile non costituiscono, attualmente, che uno degli aspetti della molteplicità degli opposti che sono chiamati a riunirsi di nuovo. Questo raggiungimento dell’androginia dovrebbe essere studiato anche nel regno minerale e vegetale, che a loro volta conoscono la divisione in maschile e femminile, secondo la prospettiva alchemica. Qualunque opposizione è destinata in finale ad essere annullata attraverso l’unione del celeste (+) con il terrestre (-). Questa unione che dona felicità, che risveglia affascinanti poteri paranormali (SIDDHI) nell’essere umano può essere raggiunta velocemente e con successo solo da un perfetto uomo iniziato che è permanentemente orientato in senso benefico, che controlla perfettamente il potenziale creatore-sessuale ed i cui poteri occulti devono essere esercitati SOLO nel bene, sia sul MICROCOSMO, e sia sul MACROCOSMO, quando egli interferisce o, in altre parole, quando si trova in uno stato ineffabile di RISONANZA OCCULTA con esso.
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Dal Libretto del Raduno Internazionale di Yoga – Herculane 2010
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